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This is Cosmos Country

Pagina italiana sulla squadra di "soccer" americana più famosa al mondo: I New York Cosmos

Gli anni difficili del soccer Usa (settima puntata)

Settima puntata: La fine del tunnel

 

 

Pochi anni dopo la fine della NASL, i primi semi lasciati da quello che fu il campionato calcistico più famoso quando si parla di Stati Uniti cominciarono a germogliare, e Paul Caligiuri, uno dei prodotti di quella che sarà la golden generation viene chiamato a giocare in Germania tra le fila del popolare club Hamburg SV. L’avvenimento sebbene finito nel ciclone mediatico in Germania passò fondamentalmente in sordina negli Usa, ma è stato una pietra miliare per la rinascita del soccer. Caligiuri non ce la fece ad entrare in prima squadra e fu poi girato al Meppen, militante in seconda divisione, ma questa è un’altra storia. Sta di fatto che il movimento calcistico giovanile americano potè da allora cominciare a dimostrare il suo valore e contribuire, grazie all’ottima organizzazione della USSF a costruire quella nazionale Usa che si qualificò ad Italia ’90 e ben figurò ai mondiali casalinghi del ’94 dopo aver vinto la Gold Cup del ’91 ed essersi presa qualche soddisfazione come la vittoria sull’Inghilterra del ’93. Qui iniziò tutto, ed è ancora Clive Gammon a raccontarci il soggiorno amburghese dell’italo-americano in un articolo dato in pasto alle rotative il 1 Giugno 1987 intitolato :”A U.S: soccer star tries the big time in Germany”.

 

E’ quello che fa ogni turista ad Amburgo: andare al mercato del pesce la domenica mattina presto quando i venditori di di anguille affumicate, aringhe ed altri tipo di pesce stanno cominciando a imbonire la folla e gli ultimi nottambuli stanno cercando una colazione liquida. Un giovane straniero dagli occhi chiari che non è né un nottambulo né un pescivendolo sta facendo la stessa cosa. Dice ai suoi amici :”La prima volta che son venuto qui c’era un piede di neve e non si vedeva niente”. Parla in inglese ed un paio di persone girano la testa ed altri ancora :”E’ l’americano!” dice qualcuno in ricognizione, ed un vicino pescivendolo, in maniera comica da far piegare dal ridere cerca di farsi pubblicità gratuita “Hey americano, penso che tu non sia capace di trattenerla” mostrando un’anguilla da competizione. Il tedesco dell’americano è ancora zoppicante ma si fa capire “Se posso gestire un fussball umido (pallone nella lingua di Goete – ndr-) posso gestire anche un pesce umido” risponde a tono :”Meglio che pensi solo al calcio” risponde il pescivendolo scherzando, ma la sua voce è appassionata. Dopo tutto è l’americano più famoso e benvoluto in città, chiamato Amy dalla gente che è il diminutivo di Amerikaner. Lui è Paul Caligiuri, 23 anni da Walnut, California. Quando il 7 Gennaio è arrivato ad Amburgo è stato accolto da tutte le televisioni ed i giornali nazionali anche se purtroppo nel suo paese sono poche le persone che sono venute a saperlo. Caligiuri è il primo americano ad arrivare al più alto livello professionale nel soccer. E’ significativo che sia anche il primo calciatore di potenziale classe mondiale che sia uscito dal vasto movimento giovanile calcistico americano. Ha cominciato a giocare a calcio a sette anni, quando stava pedalando in una strada suburbana vide un cartello dell’ American Youth Soccer Organization. Ora, dopo 16 anni è stato messo sotto contratto dall’Hamburg S.V., uno dei più prestigiosi club mondiali. La squadra di Amburgo ha vinto il campionato della Germania Ovest tre volte ed è stato campione d’Europa nel 1983. Naturalmente Caligiuri deve provare molte cose, e siccome è arrivato ad Amburgo dopo che la finestra dei trasferimenti si è chiusa non potrà giocare in Bundesliga fino all’estate. Si allena coi professionisti, ha giocato in qualche amichevole, ma deve giocare con le riserve, una situazione per lui frustrante. “Non vedo l’ora che la situazione cambi e della mia prima partita in Bundesliga”.

Nel frattempo reagisce a molti aspetti della vita tedesca come molti americani. Vede le autostrade con terrore :”Tutti questi vecchi in Jaguar sulla corsia sinistra che guidano a 110 miglia orarie e si fanno le luci quando sono ad un miglio da te”. Deplora l’assenza pressoché totale di cibo tex-mex e l’impossibilità di trovare un paio di Reebok. Anche se la sua ragazza, Deanne Hager, una modella di Los Angeles gli manda i Levi’s per posta ed un suo vecchio amico delle superiori, Jeff Lovoy è venuto a trovarlo, un forestiero tradisce un sentimento di solitudine reso ancora più accentuato dal duro inverno amburghese.

Allo stesso tempo però Caligiuri non ha dubbi sul suo futuro :”Sono in un paese straniero a caccia di un sogno, ho fatto sacrifici per realizzarlo, ho lasciato dietro di me la mia ragazza e la mia famiglia che amo, ed una vita facile, di certo non mi fermo ora” dichiara Caligiuri dopo essersi allenato all’Ochsenzoll Training Centre, poco fuori città. Nonostante si allena con i professionisti, i calciatori importanti, ed abbia segnato tre goal in una partita di allenamento, è lui quello che va a prendere le scarpe di ricambio in fondo sulla sinistra. Ma dopo che è andato in doccia, Ditmar Jackobs, 33 anni libero della nazionale tedesca dell’ovest durante l’ultimo mondiale parla del coraggio dell’americano. :”Gli piace il duello, lo Zweikampf” spiega Jackobs, faccia graffiata da sette anni di carriera in Bundesliga, uno dei campionati più fisici :”Gioca alla maniera inglese, molto fisico, koerperbetontes Spiel. Il che è buono, forse al momento non è al massimo della condizione fisica che si può avere giocando ai massimi livelli, ma ci arriverà se continua ad allenarsi con noi”.

Un altro giocatore ha fatto un commento ripetuto spesso da altri :”La gente qui era stupita quando hanno saputo che l’Amburgo aveva acquistato un americano, non stupita, incredula. Ciononostante sappiamo che gli sportivi americani sono molto seri, lavoratori e lottatori. Lui è un lottatore serio, è intelligente. Sarà in prima squadra sei mesi forse. E’ una novità in Germania e nel mondo, una buona cosa per lo sport qui ed in America”.

Più tardi, nel parcheggio de centro sportivo, il solito gruppi di ragazzini aspetta per gli autografi, e Caligiuri coscienziosamente si presta, quando uno dei professionisti si avvicina e gli dice “Devi lavorare sul tuo problema Paul”. La sua faccia sbianca, gli si poteva leggere in faccia “Magari pensa che io sia troppo lento a tornare in difesa, magari...”, ma scherzosamente il giocatore aggiunge ridendo “Devi essere più veloce a firmare gli autografi!”. Firmare autografi è un’esperienza nuova per Paul Calgiuri, anche se aveva mietuto tutti gli onori possibili per un giovane calciatore americano. Era stato selezionato nella nazionale Usa per le Olimpiadi de 1984 per essere poi estromesso quando la FIFA ha decretato che i professionisti potevano essere convocati. Ha giocato durante le gare di qualificazione ai mondiali. Per due volte è stato nominato All-America defenseman ed ha capitanato gli UCLA Bruins portandoli alla finale NCAA nel 1985.

Purtroppo se Caligiuri avesse voluto continuare a giocare a calcio negli Usa, l’unica opzione possibile sarebbe stata la variante tossica di questo sport, uscendo come da un’astronave prima di una partita della Major Indoor Soccer League a Baltimora o magari facendo da attrazione prima della partita in uno spettacolo di laser a Tacoma. Se il 1986 non fosse stato l’anno dei mondiali, la MISL sarebbe stata probabilmente il suo destino.

Ma era l’anno della Coppa del Mondo, e come una recente tradizione comanda, poco tempo dopo la finale viene organizzata un’amichevole di lusso tra Europa e Resto del Mondo. La partita si sarebbe giocata al Rose Bowl di Pasadena, cosa chiedere di meglio per un ragazzo californiano se non il gettone di presenza degli ultimi 20 minuti, specialmente quando l’Europa era in vantaggio di due goal e la partita sembrava finita?

 

Paradossalmente Caligiuri è stato fortunato ad entrare per la squadra che stava perdendo. Anche se come ruolo è un duro marcatore, questa volta gli fu detto di giocare come centrocampista offensivo, di andare in avanti, di cercare opportunità per segnare. Ricordando quella giornata di Pasadena Caligiuri sembra un bimbo eccitato. “Ragazzi, è stato così eccitante giocare assieme all’elite del calcio mondiale ma non pensiate che mi sia montato la testa. E’ stata una notte da sogno, ma non ero estasiato da rimanere paralizzato. Era veramente difficile prender palla. Il primo compagno di squadra che ho visto è stato Diego Maradona, che subito mi ha fatto spazio dandomi un’opportunità. Sembra che abbia il potere di creare un infinito numero di opzioni. E questo è quello che è avvenuto quando abbiamo segnato il primo goal. Io, posso dire che l’azione è partita da me, io attaccavo da destra, ho dribblato due giocatori e vinto un contrasto con un terzo, penso fosse il francese Manuel Amoros, sono andato sulla fascia cercando di fare un cross. Ma all’improvviso ho visto Diego Materializzarsi all’improvviso ho visto Diego materializzarsi, così gli ho subito passato la palla, lui l’ha scodellata davanti alla porta e Roberto Cabanas ha segnato da breve distanza. Più tardi abbiamo pareggiato ed infine abbiamo vinto agli shoot-out”.

Uno dei due giocatori votati come MVP (l’altro era Maradona) era Felix Magath, centrocampista dell’Amburgo e della nazionale tedesca che stava dando in quell’occasione l’addio al calcio giocato per intraprendere la carriera di allenatore della sua squadra. Caligiuri ricorda :”Parlammo nel salotto dello Sheraton Grande di Los Angeles, prima di andarsene mi diede il suo biglietto da visita e mi disse ti vorremmo ad Amburgo, pensaci su. A quel tempo ero ancora un dilettante, ancora pensavo a vincere il campionato con l’UCLA, me il mio cervello rimuginava di quanto avrei voluto assaporare il più alto livello del calcio giocato. Lo scorso Novembre ho chiamato Magath anche se firmare per l’Amburgo avrebbe voluto dire giocare sei mesi con la squadra riserve”.

 

Dice di lui Magath: “Che abbia talento si vede, i 20 minuti di Los Angeles certamente non sono abbastanza per giudicare un calciatore. E’ il suo talento e la sua attitudine tipicamente americana che contano. Gli americani hanno un approccio molto professionale nello sport. Gli atleti americani sembrano sapersi relazionare meglio col pubblico e i media che non i nostri. Sono vorbildich, esemplari professionalmente parlando. Per questa ragione Paul calza a pennello in Bundesliga”.

Caligiuri però non si aspettava l’accoglienza calorosa che ha avuto in Germania Ovest :”Avevo viaggiato per 15 ore da Dallas, e non mi aspettavo nulla di che. Invece tutte le televisioni e tutti i giornali nazionali erano ad aspettarmi in aeroporto e mi sono trovato in copertina sui maggiori quotidiani sportivi”. Alcuni giornali lo hanno chiamato COLLEGE BOY E SONNY BOY, altri AMERIKANISCHER STAR. Prevalentemente però quando si parla di lui viene chiamato l’americano di Amburgo o Paul l’americano. Essendo atterrato da Dallas a volte è stato chiamato il texano, ma questo non è stato un problema, specie quando ha provato la Mercedes che la squadra gli ha procurato. In Germania Ovest ultimamente si sta verificando un rafforzamento dei sentimenti filoamericani, specie tra i suoi yuppies che lì vengono invece chiamati poppers, nonostante siano radicalmente anti droga e pro sistema. Caligiuri non sono è americano di bell’aspetto e dalla faccia pulita ma è anche un universitario, che ha la sua importanza in un paese dove la parola Università è tra quelle più classiste. Caligiuri non è nulla di meno del sogno americano per un popper. Magath potrebbe imparare un paio di cose in materia di pubbliche relazioni.

Alla fine però l’americano non verrà giudicato dagli yuppies ma da personaggi ben diversi, come i tifosi irriducibili dell’Amburgo, molti di loro signori sulla cinquantina che escono di casa durante una gelida notte per veder giocare la squadra riserve giocare contro l’Holstein, una squadra che proviene dal confine danese. Il calcio che si vede giocare in queste partite è - per usare un eufemismo - fisico, con la palla lanciata nel mezzo e ed inseguita con più forza che classe. Ogni tanto però si vede qualche giocata di livello superiore, tipo un passaggio filtrante a cercare un attaccante smarcato, o una palla consegnata proprio sul piede della punta davanti alla porta avversaria. Ogni volta nascono dai piedi di un ragazzo che indossa la maglia numero 5, quella del difensore centrale, tozzo e coi capelli neri. Questo ragazzo, che ha imparato a giocare nella California del sud, gioca a ritmi impressionanti, con gli occhi continuamente focalizzati sugli altri giocatori, osservando i loro cambi di posizione. I suoi frequenti interventi difficilmente influenzano il risultato visto anche il terreno, così gelato da sembrare cemento verde. La partita, con le sue poche azioni da ricordare termina 2-2.

Ma non pensiate male, ogni azione di Caligiuri è stata notata dagli inflessibili osservatori seduti a lato, i veri esperti. Quando la squadra lascia il campo si sentono scrosci di applausi e qualche urlo. Più tardi nello spogliatoio Paul chiede :”Li senti gli urli, Paul Paul?”. “Si, e allora?” risponde un visitatore da fuori :”Per loro non sono più l’americano, non sono più una curiosità, sono un giocatore” risponde.

 

Può dirlo forte, in inglese e in tedesco.

 

 

Fine della settima puntata

Paul Caligiuri, autore del goal che qualificò gli Usa a un mondiale dopo 40 anni

Paul Caligiuri, autore del goal che qualificò gli Usa a un mondiale dopo 40 anni

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